Primo film realizzato fuori dall'Unione Sovietica dall'autore di STALKER, NOSTALGHIA narra il viaggio in Italia di un poeta russo. E dei sentimenti che nascono nel suo animo, vagamente ispirati a quelli che offrono il titolo al film.
Come tutte le opere di Tarkovski, NOSTALGHIA è un film complesso fatto di intuizioni geniali, forse uniche nel cinema contemporaneo. E anche di momenti di stasi: quasi un'attesa, un tributo da pagare all'evento di quegli istanti privilegiati. Basterebbe una sola sequenza, quella finale di questa favola filosofica, per renderla materia di studio nei futuri manuali cinematografici. In un film sulla conoscenza e sulla melanconia, sul passato e sul futuro, Tarkovski inquadra, con una fotografia struggente e sfumata, una dacia del suo paese natale, immersa in un paesaggio di sogno. Poi, lentamente, la cinepresa inizia una carrellata all'indietro. E tutta la scena, tutto il ricordo quindi, viene ad inserirsi fra le mura diroccate di una cattedrale barocca. L'architettura che ha costituito lo spazio dell'esperienza presente contiene ormai il patrimonio insostituibile della memoria.